La vita di un ventenne che viene spezzata all'improvviso da un incidente stradale, lo stato di coma e la difficile decisione della donazione degli organi. “Lettera di un condannato alla vita” è il nuovo libro di Daniela Bighi edito dalla casa editrice BookSprint edizioni ed è disponibile anche nel formato elettronico dell’e-book.
1. Ci parli un po' di Lei, della Sua vita. Da dove viene? Come e quando ha deciso di diventare scrittore?
Sono nata a Torino, e sono infermiera professionale dal 1987. Lavoro da sempre nell'ambito dell'urgenza soprattutto su strada con ambulanza per prestare primo soccorso. Ho avuto anche tra le altre mie esperienze lavorative, un'esperienza di elisoccorso. Ho lavorato per 15 anni in rianimazione e sala operatoria di un pronto soccorso dell'ospedale più importante della mia città. Da circa 20 anni scrivo, ho pubblicato anche un libro di poesie col quale ho vinto il Premio Internazionale di poesia “Premio Lerici”. Ho partecipato a vari altri concorsi letterari, avendo molte gratificazioni, ed entrando a far parte di varie antologie dei poeti contemporanei. Sono madre di un bellissimo ragazzo di 16, e purtroppo ho perso i miei due genitori a distanza di soli 11 mesi uno dall'altro. Questa ferita è ancora molto aperta.